Viaggio teatrale di narrazione e musica originale per voce e strumenti antichi liberamente ispirato agli Etruschi, da Omero, Ovidio e varie fonti antiche
14 agosto 2022 | Ara della regina | Tarquinia
Fanciulli divini è la prima tappa di un viaggio teatrale nel paesaggio mitico e musicale degli Etruschi che chiamavano sé stessi i Tirreni. Debutta in prima nazionale all’Ara della Regina a Tarquinia sui resti di un tempio che guardando il Tirreno sorge dove dalla terra emerse Tagete, il fanciullo canuto, mitico fondatore della cultura etrusca.
Nel mito i fanciulli divini, in cui risuonano le esperienze iniziatiche della nostra infanzia, sono spesso collegati all’elemento primordiale acquatico e invocano l’impulso al nuovo. Appaiono in luoghi impervi e inquietanti e, sopravvissuti a persecuzioni e violenze, alla fine sprigionano un’inaspettata capacità miracolosa, una forza numinosa e trasformativa: Tagete nato dalle zolle rivela agli Etruschi come predire il futuro attraverso il volo degli uccelli, Dioniso rapito dai pirati Tirreni che vogliono venderlo come schiavo, svela la sua essenza divina trasformando in delfini i suoi aguzzini, Ino fuggendo dalla violenza omicida del marito si getta col figlioletto nei flutti e diviene la dea bianca Leucotea, benefica divinità acquatica soccorritrice dei naufraghi.
La nostra epoca che in pieno naufragio è in cerca di una rigenerativa rivoluzione delle coscienze, può trarre linfa dall’ascolto dei nostri antenati Etruschi che affrescavano le loro tombe di fanciulli e fanciulle danzanti, con cui s’ingraziavano la rinascita, la nuova vita che scaturisce dalla morte, immettendosi nel ciclo perenne di vita/morte/vita. Dietro ad ogni fanciulla e fanciullo divino c’è sempre Dioniso, per gli Etruschi Fufluns che fin nella sonorità del nome evoca ciò che è fluido, vivo, in continua trasformazione.
La musica originale di Fanciulli divini nasce dall’ascolto degli antichi strumenti etruschi ricostruiti dalle pitture vascolari e delle tombe. Le polifonie canore di cui è composta sono intessute su testi etruschi e intrecciata alla drammaturgia dei racconti, evoca il suono del mare, il mistero delle metamorfosi, il ritmo dionisiaco, la dolcezza e la forza della fanciullezza.