a cura di Luca Cirese | in LA NUOVA ECOLOGIA n°3
COMPIE TRENT'ANNI LA COMPAGNIA O THIASOS TEATRONATURA
Tra riscoperta del mito e connessione alla contemporaneità, un mix di performance e attenzione all'ambiente per esplorare se stessi e il mondo.
«Sopravvivere al naufragio che stiamo vivendo riscoprendo sensibilità antiche». Si racconta così il gruppo teatrale O Thiasos teatroNatura, che compie trent'anni. Ancor prima del 1992, anno in cui si registra come associazione culturale, il gruppo tenta di aprire strade nuove a Roma, facendo dialogare teatro ed ecologia alla ricerca di una consapevolezza più vasta.
Un nome, il suo, che ha radici molto antiche, connesso al culto degli dèi. θίασος è il corteo dei seguaci di Dioniso, a cui erano cari tanto le piante, come la vite, quanto il teatro, con commedie e tragedie che gli venivano dedicate durante le festività greche. Nella sua genesi non manca però molta contemporaneità. Nel 1982, l'incontro tra la fondatrice Sista Bramini e il regista Jerzy Grotowski che, in fuga dalla Polonia, tiene un corso alla Sapienza di Roma sul suo Teatro delle sorgenti. Poi un incontro 'seminale', quello con l'ecologia e il pensiero e la pratica di Alexander Langer, che già ragionava di 'conversione ecologica' della nostra civiltà e che, dalla fine degli anni Ottanta, organizzava su questo tema la Fiera delle Utopie Concrete a Città di Castello, in Umbria.
Con O Thiasos TeatroNatura prende così vita il tentativo di tenere insieme elementi che all'epoca non si parlavano affatto, performance e attenzione all'ambiente, attraverso un teatro pensato non solo come forma di comunicazione, ma anche come mezzo di conoscenza di sé e del mondo. Il progetto porta avanti una recitazione del tutto particolare, all'aperto, in parchi e riserve naturali come quella del Gran Paradiso, senza strumentazione come casse o luce elettrica, né scenografia che non sia quella naturale. Modalità che obbligano gli attori a misurarsi e a lavorare in relazione diretta con gli elementi naturali: il vento che aiuta a portare lontano la voce o alla luce che cambiando contribuisce alla drammaturgia e può così contribuire a risvegliare un antico sentire e aprire alla complessità della natura.
Incarnandosi sia nel un teatro itinerante - con attrici come Camilla Dell'Agnola, Valentina Turri e Veronica Pavani, guidate dalla regia di Sista Bramini - che nella narrazione del mito - fonte privilegiata è le Metamorfosi di Ovidio - grazie a una compagnia composta anche da cantanti e musicisti sperimentali, O Thiasos TeatroNatura ha portato in scena spettacoli come un' Ifigenia in Turide tutta al femminile, Mila di Codra tratta da La Figlia di Iorio di Gabriele D'Annunzio e Gaia Flegrea sull'origine del mondo raccontato dal punto di vista della madre Terra del mondo classico. «Il mito non può che essere raccontato a voce per essere ascoltato - spiega Sista Bramini - è una pratica dell'ascolto che ci permette di tornare in connessione con tutto il vivente e fare un'esperienza di comunità a fronte della grandezza della natura».
Trent'anni di riscoperta di radici antiche e dimenticate, che si festeggeranno con nuovi laboratori nel 2022: da Sacro Fuoco in cui nei boschi del Monte Amiata si darà vita allo spettacolo Estia o dell'Ardore, a Terra Incantata che tra canto e narrazioni lavorerà a una performance collettiva itinerante nel Materano, fino a Fanciulli Divini, produzione teatrale sulle risonanze etrusche della nostra terra.
Foto di Francesco Galli