“Latona e Niobe un tempo erano buone amiche…” così canta Saffo, e il mito racconta che le due amiche vennero a litigio. Il motivo era nel numero dei figli. Niobe ne aveva 14, Latona solo due: ma erano Apollo e Artemide, i gemelli divini. Li aveva avuti da Zeus e per proteggerli dalla gelosia li aveva partoriti in segreto. Niobe invece aveva sette maschi e sette femmine. Il loro padre era Anfìone, un mortale, che suonava la lira e cantava come fosse un dio…
La Madre addolorata stava / in lacrime presso la Croce / … / Vide il suo dolce Figlio / che moriva, e abbandonato da tutti, / esalava lo spirito. / Oh, Madre, fonte d’amore, / fammi provare lo stesso dolore / fammi piangere con te / … Stabat Mater
“Niobe Mater” è un atto d’amore verso la madre, la vulnerabilità degli esseri umani e la montagna. Tradizionalmente la colpa di Niobe, figura archetipica dello smodato orgoglio materno, appare modesta rispetto all’enormità della punizione: i figli e le figlie le vengono trucidati da Apollo e Artemide, ma nella sua trasformazione in roccia stillante lacrime, svanisce il senso della punizione e scaturisce qualcosa di eterno della condizione umana. Madre primordiale del genere umano, in questa versione Niobe si rivolge a Latona con commosso ardore. La sua ribellione per il destino mortale degli umani si libra persino sopra il piano divino testimoniando dell’amore più difficile da sopportare: la compassione di fronte alla morte della propria carne. Il carattere sublime delle voci, le lunghe note siderali, l’atmosfera lunare dello Stabat Mater di Arvo Pärt, ci invitano ad una essenzialità universale in cui il dolore di Maria e il mito antico dialogano tra umana intimità e vastità cosmica.
“Niobe Mater” nasce dall’incontro tra la musica di Mario Brunello, il teatro di narrazione di Sista Bramini e la ricerca che da anni con la loro arte entrambi praticano nei luoghi naturali. Lo spettacolo ha visto la luce ad Arte Sella, l’incredibile esposizione in natura di opere ed eventi artistici curata da Emanuele Montibeller e i suoi collaboratori che hanno eletto il maestro Mario Brunello loro direttore musicale e da anni invitano Sista Bramini a presentare i suoi spettacoli sia come regista che come narratrice. Il progetto sperimentale, per l’occasione intitolato Fucina Mater, è stato il crogiuolo di una messa in scena in cui lo Stabat Mater di Arvo Pärt (scelto per l’occasione da Mario Brunello) interpretato dagli straordinari strumenti di Mario Brunello, Marco Rizzi, Danilo Rossi e le voci di Marina Bartoli, Razek Francois Bitar, Alberto Allegrezza ha dialogato con il racconto teatrale Niobe che, ispirato ai miti archetipici della madre e allo Stabat di Pärt, è stato scritto, interpretato ed elaborato drammaturgicamente da Sista Bramini. Sette artisti speciali in dialogo, una fucina di creatività, un’ esperienza professionale e umana unica.
Niobe Mater da Ovidio, Omero, Sofocle, Kereny, Graves, Zimmer
musica Stabat Mater di Arvo Pärt
direzione artistica Mario Brunello
regia e drammaturgia Sista Bramini
Con
violino Marco Rizzi,
viola Danilo Rossi,
violoncello Mario Brunello,
soprano Marina Bartoli,
tenore Alberto Allegrezza,
controtenore Francois Bitar
interpretato da Sista Bramini