Spettacolo di narrazione con paesaggi sonori sulle origini di Roma
Numa è un racconto sui miti delle origini di Roma e della cultura romana. La vulgata vuole che la civiltà romana fosse povera di miti, mutuati per lo più in epoca tarda da quelli greci. Studi archeologici anche recenti hanno dimostrato l’esistenza di una cosmogonia, di divinità autoctone, di miti, frutto di contatti col mondo greco risalenti ad almeno 1500 anni prima della fondazione di Roma e di apporti decisivi di popolazioni dell’entroterra del Lazio: Etruschi e Sabini. Da una ricerca fondata su questi studi e su fonti classiche è nato un racconto, fatto di molti miti, che narra dell’origine del mondo dal Gianicolo, la nascita del Tevere e dell’Isola Tiberina, di come si popolarono il Campidoglio, l’Aventino, il Palatino, di come nacque l’agricoltura, la metallurgia, la pastorizia, i valori culturali della solidarietà, della fedeltà coniugale, della responsabilità politica e dell’arte. Tutto ricreato e raccontato attraverso storie poetiche e spesso
divertenti, intrise di cadenze dialettali. La narrazione è accompagnata da ‘paesaggi sonori’ nei quali timbri e temi musicali, ottenuti con strumenti arcaici e della Roma antica, evocano mondi mitici divenuti paesaggi interiori: l’esaltante ritmo metallico dell’antro infuocato di Vulcano, il suono spiegato di tibie e campanacci di un aurorale mondo pastorale, le note struggenti della lira, voce delle ninfe di fonte…
Lo spettacolo che viene sviluppato in modo orale, cioè perfezionato ogni sera attraverso l’esperienza stessa del narrare, punta sul contatto diretto con il pubblico e, intrecciando miti e timbri arcaici, a tratti in modo poetico e profondo a volte più ironico, divertente o decisamente comico, induce al risveglio di un senso d’ identità e d’appartenenza di cui sentiamo il bisogno.
Le fonti mitologiche
Plutarco: “Vite parallele”, Tito Livio: “Storia”, Ovidio: “Fasti e Metamorfosi”, Virgilio: “Eneide” e dal saggio di Andrea Carandini: “La nascita di Roma” (Einaudi)
Gli strumenti
Strumenti “romani”: Tibiae pares e impares, Fistulae, Syrinx, Oblicuum calamum, Utricularium, Lyra,Rhombus, Crotala, Scabillum, Discos, Sistrum, Cymbala, Tintinnabula, Tympanum ecc.; pietre sonore, sonagliere, fischietti di semi, tubi sonori, sega musicale, raschiatore e voci
La critica...
«Sista Bramini, attrice e regista teatrale porta sulla scena le storie più belle della mitologia: episodi diversi cuciti tra loro in un racconto unico. (…)
L’autrice e interprete riesce a creare un’atmosfera sospesa e presta corpoe voce a Vulcano, Ercole, Romolo e Remo che li usano per raccontare la propria storia.
Accompagnano la narrazione due musicisti del gruppo Ludi Scaenici, che utilizzano riproduzioni fedeli di strumenti musicali dell’antica Roma per evocare il rumore del vento tra i rami, dell’acquasulle pietre, il belare di un gregge di pecore o il calpestio di una mandria di giumente. (…)»
«Quando ho visto questo spettacolo sono rimasto incantato» racconta il celebre archeologo Andrea Carandini «è l’esatta rappresentazione del mito che per vivere deve essere arricchito e variato continuamente. Sista Bramini si ispira al mio libro, riconosco alcuni dettagli negli angolettidella rappresentazione, che poi ricuce, arricchisce con pezzi nuovi in modoraffinato. Solo così oggi si può raccontare la mitologia”. (…) Con lei la recitazione lascia il posto al cantastorie di una volta»
Silvia Testa CORRIERE DELLA SERA
Scritto e narrato da Sista Bramini
Musica di Daniele Ercoli e Cristina Majnero (Ludi Scaenici) con suoni e strumenti arcaici e dell’antica Roma
Luci di Carlo Oriani