O Thiasos Teatro Natura

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DIONYSO'S MIRROR | progetto in sequenze fotografiche di Cristina Vuolo
Una produzione O Thiasos TeatroNatura®

"Le sequenze riflettono una realtà frammentata ma animata da una vita sotterranea, ritmica e viva. Non fotografano le prove per uno spettacolo, ma l’esito di pratiche messe a punto in anni di ricerca per il risveglio di un corpo sognante vivo e presente. In una polifonia di voci in grado di evocare forme archetipiche e collettive, il coro si muove guidato da una ritrovata natura istintiva. Come all’interno di uno sciame, la concertazione é mossa da un linguaggio ‘selvatico’ in grado di svelare una nuova coscienza di sé e dello spazio. Questo corpo sonoro e collettivo, allenato a una pulsazione organica di un movimento fuso col canto, attinge il suo potere anche dall’incontro col mito classico, da quegli archetipi che evocano emozioni e figurazioni primarie: come da sotto un velo d’oro, il racconto mitico protegge e disvela la potenza del corpo arcaico." Sista Bramini

La formazione al TeatroNatura®️ è una ricerca trentennale in continua evoluzione che, attraverso regolari immersioni residenziali in natura, allarga la percezione di chi agisce al mondo vivente circostante. Dionyso's Mirror prova a catturare - in forma di istanti fotografici - quei singoli momenti di essere in una ricerca sempre aperta alla presenza. 

Clicca qui per visionare DIONYSO'S MIRROR | la serie di sequenze fotografiche sarà fruibile al completo al termine della sua pubblicazione periodica del mese di novembre e dicembre 2024

FRAMMENTO 1:

"Nelle sequenze fotografiche ho sentito risuonare un antichissimo mito orfico: i Titani gelosi regalarono a Dioniso fanciullo, per farlo giocare e distrarlo, uno specchio. Il dio rimase incantato e confuso dalle immagine riflesse. I Titani ne approfittarono, lo assalirono e lo smembrarono. Lo specchio cadde in terra e andò in mille pezzi conservando però, in ciascun pezzo, l’immagine del dio. Dioniso, flusso vitale indistruttibile, si ricompose poi in quella sua figura divina che ci disvela la molteplicità della vita del mondo. Anche queste immagini sono lo specchio di una realtà ambigua: ciò che vediamo riflesso é un’illusione in cui però ci conosciamo e riconosciamo. Forse la sapienza teatrale é questo: portare il mondo dentro uno specchio e danzare incantati in esso.” Sista Bramini

FRAMMENTO 2:



FRAMMENTO 3:

"Quando il fanciullo era solo un fanciullo,/ le bacche gli cadevano/ in mano come bacche,/ e ancora oggi è così./ Le noci fresche ruvida/ gli rendevano la lingua,/ e ancora oggi è così./ Di fronte a ogni montagna/  anelava una montagna/ che fosse sempre più alta,/ di fronte ad ogni città,/ anelava una città/ che fosse ancora più grande,/ e ancora oggi è così./ Sulla vetta di un albero afferrava/ le ciliegie pieno di sentimento,/ come lo fa ancora oggi./ Di fronte a ogni estraneo timido era/ come lo è di nuovo ogni volta,/ era in attesa della prima neve,/ ed è ancora lì ad attenderla." Elogio dell'infanzia, P. Handke, traduzione di Luca Cirese



FRAMMENTO 4:

Abbiamo visto succedersi il canto, la lotta e la danza. Ora è il momento della frenesia: "con lui venivano le ninfe, cui faceva da guida; la vasta foresta era trascorsa da grida" (Inno a Dioniso)



FRAMMENTO 5:

"Tutto scorre/ tutto crolla/ senza tregua né riposo/ fonte di flusso e flusso stesso/ ogni cosa si rovescia/tutte sono vuote/ tutte stanno bene/ tutte sono una fontana".

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